Che cosa occorre davvero a un contenuto “mobile friendly”?
Che cosa occorre davvero a un contenuto “mobile friendly”?
Si pensa spesso, erroneamente, che l’ottimizzazione di un’App o di un sito Web per l’accesso da smartphone sia soltanto una questione tecnica
Ogni anno che passa, la percentuale delle visite tende a spostarsi sempre, inesorabile, verso l’apparato mobile. Il desktop, per quanto sia destinato a mantenere il suo zoccolo duro, continuerà a scendere.
Si pensa spesso, erroneamente, che l’ottimizzazione per i contenuti mobile, cioè “mobile-friendly”, sia solo una questione puramente tecnica. In realtà, quando andiamo a fruire dei contenuti attraverso un dispositivo mobile, come per esempio uno smartphone, il nostro modo di approcciarci alla lettura risulta essere parecchio diverso.
Va da sé, dunque, che anche i contenuti dovrebbero cambiare approccio e soddisfare una modalità più dinamica e in movimento. Non solo contenuti user friendly, dunque, ma “friendly” anche nei confronti dell’approccio mobile che le persone stanno acquisendo per le loro consultazioni quotidiane.
I numeri della diffusione delle connessioni mobili fanno ben sperare: secondo Audiweb, circa l’89,7% della popolazione italiana tra i 18 e i 74 anni sfrutta la navigazione da mobile, vista anche la grande diffusione degli smartphone. Risulta essenziale per ogni sito che voglia fidelizzare alla lettura i suoi visitatori l’impegno tecnico per ottimizzare le sue pagine, sì, ma per i contenuti cosa dovrebbe cambiare?
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Contenuti “per il cellulare”: che cosa cambia?
Il contenuto mobile non si discosta troppo dal concetto “bite, snack & meal” reso noto da Leslie O’Flavahan nel 1997 durante i suoi corsi di web writing che si incentra sulla differenziazione del traffico in base al modo in cui vogliono essere catturati.
Il bite, il morso, identifica un approccio costituito prevalentemente da titolo con messaggio: il suo compito è quello di stimolare l’interesse dei lettori più impazienti attraverso poche righe che fanno breccia. Nello “snack”, più articolato, ci sono le informazioni sufficienti a farsi un’idea dell’argomento, e la sua lettura potrebbe essere sufficiente per non accedere al contenuto per esteso. Quest’ultimo, il meal, ovvero il pasto, identifica il contenuto originale.
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Poche regole da seguire, però molto efficaci
Si può affermare che, per fare breccia nel pubblico mobile, c’è bisogno di pochi elementi da studiare con cura:
- Un’introduzione solida che aggancia l’utente e lo convince, quantomeno, ad approfondire un po’.
- Un titolo breve e conciso che non ci gira attorno.
- Un riepilogo in testa al contenuto dei punti salienti.
- La suddivisione in paragrafi brevi
È evidente da questi quattro punti che l’utente mobile non ha tempo da perdere e vuole tutto, subito, anzi, se possibile, anche un pelino prima. Se un contenuto non è fatto per rispondere alle domande in maniera veloce e chiara, allora forse non è un prodotto all’altezza del mobile.
Prediligi sempre una forma di scrittura semplice e diretta, senza ricorrere alle forme passive o a una quantità di avverbi. Se usi una parola difficile, fai in modo che si possa dedurre il significato dal contesto, o comunque spiegala se ritieni che non si possa farne a meno.
I dettagli eccessivi non sono pensati per vincere dal punto di vista del contenuto mobile: un utente che cerca un’informazione rapida non si soffermerà a fare la punta ai chiodi, ma tenderà a passare oltre e procedere a una nuova ricerca.
Anche la leggibilità di un test mobile vuole la sua parte: i grassetti sono eccellenti sostegni per “scremare” i paragrafi e analizzarli in velocità per capire se ci interessano. Quando vai sceglierli, devi capire che la gente non ha tempo da perdere.
Se è vero che si tratta di regole molto ovvie e, spesso, davvero utili anche dal punto di vista della redazione di contenuti in senso più lato, ricordati ciò che ti abbiamo detto. Basta davvero poco per creare una pagina di sostegno per i lettori, e non un incubo di banner da cui cercheranno di evadere in pochi secondi.
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