Emilia-Romagna verso una legge per le comunità energetiche
Un PDL approvato a Bologna dalla Giunta prevede fondi a cittadini, imprese e associazioni unite per produrre energia pulita e per l’autoconsumo
L’Emilia-Romagna dimostra di credere nelle comunità energetiche rinnovabili e nell’autoconsumo, individuate dall’acronimo CER.
La Giunta Regionale ha infatti presentato un progetto di legge per sostenere utenti pubblici e privati che si uniscono per la produzione, la condivisione e lo scambio di energia a impatto zero prodotta attraverso impianti di energia rinnovabile.
I contenuti del progetto sono essenzialmente riassumibili in sette punti, che non è difficile sintetizzare e descrivere:
a) La Regione promuove e sostiene le Comunità Energetiche Rinnovabili e gli auto-consumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente agevolando la produzione distribuita, lo scambio, l’accumulo e la cessione di energia rinnovabile per l’autoconsumo, strumenti per la riduzione della povertà energetica e sociale e la realizzazione di forme di efficientamento e di riduzione dei prelievi energetici dalla rete;
b) Misure di sostegno e promozione anche con l’obiettivo di contrastare la povertà energetica e l’abbandono delle aree montane e per favorire l’inclusione sociale. Le risorse saranno erogate attraverso contributi e strumenti finanziari;
c) Sostegno regionale per progetti, acquisto e installazione di impianti di produzione e accumulo dell’energia e delle tecnologie necessarie, oltre che iniziative di comunicazione, informazione e partecipazione dei cittadini sui temi dell’energia rinnovabile, dell’autoconsumo e della condivisione dell’energia;
d) Entro un anno dall’entrata in vigore della legge, la Regione con gli enti locali individuerà i tetti degli edifici pubblici e le aree pubbliche da mettere a disposizione per l’installazione degli impianti a servizio delle comunità energetiche rinnovabili;
e) Maggiori contributi per la costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) composte per almeno un terzo da soggetti con fragilità economica, oppure da enti del Terzo settore, o situate in aree montane e interne del territorio regionale o, in alternativa, che realizzino progetti di inclusione e solidarietà;
f) Contributi maggiorati anche per le comunità energetiche tra i cui membri sono presenti enti locali che hanno approvato piani e/o strategie integrate di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici;
g) Istituzione di un Tavolo tecnico permanente con funzioni consultive e di confronto composto da rappresentanti della Regione, delle associazioni maggiormente rappresentative a livello regionale, ANCI Emilia-Romagna, UPI Emilia-Romagna, ENEA, nonché dai cluster regionali competenti in materia.
La “Strategia Energetica 2050″ della Svizzera è già a regime
Già attive sperimentazioni: da Imola a Scandiano via Bologna
Cittadini, enti territoriali e autorità locali, attività commerciali,
imprese, enti di ricerca e formazione, del terzo settore e di protezione ambientale: utenti pubblici e privati che si uniscono per la produzione, la condivisione e lo scambio di energia a impatto zero prodotta attraverso impianti di energia rinnovabile. Tutti al centro della transizione energetica dell’Emilia-Romagna.
È, in estrema sintesi, l’obiettivo del progetto di legge della Giunta Regionale finalizzato alla promozione e al sostegno delle comunità energetiche rinnovabili e dell’autoconsumo collettivo, di cui esistono già diverse sperimentazioni sul territorio.
Un progetto che individua protagonisti, modalità e finanziamenti per favorire e accelerare il passaggio verso un’economia più verde e una società “carbon free”, in linea con gli obiettivi regionali e le più recenti normative europee e nazionali.
In Emilia-Romagna sono attive già diverse sperimentazioni. Ecco alcuni esempi: a Imola (Bologna), un gruppo di imprese produce collettivamente e consuma energia generata da fonti rinnovabili; a Bologna si lavora a GECO, un progetto per sviluppare la produzione sostenibile di energia nella zona Pilastro-Roveri; a Scandiano (Reggio nell’Emilia), un condominio composto da 48 abitazioni integrerà auto-produzione energetica con un sistema di accumulo per alimentare utenze domestiche e una flotta di veicoli elettrici: grazie al progetto Self User, coordinato dalla società Art-ER, diventerà il primo esempio concreto di comunità di autoconsumo collettivo in Emilia-Romagna, creando un modello che potrà essere replicato su ampia scala.
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Un impegno già previsto dal Patto per il Lavoro e per il Clima
Il Patto per il Lavoro e per il Clima prevede il raggiungimento della “neutralità carbonica” entro il 2050 e il passaggio alle energie pulite e rinnovabili entro il 2035. Impegna la Regione Emilia-Romagna a emanare una legge propria sulle comunità energetiche, con l’obiettivo di incrementare la produzione e l’utilizzo delle energie rinnovabili e l’accumulo.
Il Patto è stato sottoscritto a dicembre 2020 dalla Regione insieme a enti locali, sindacati, imprese, università, mondo della scuola, associazioni ambientaliste, Terzo settore e volontariato, professioni, Camere di commercio e banche.
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Vincenzo Colla: “I cambiamenti naturali colpiscono i deboli”
“Qualunque decisione in tema di transizione energetica non è più rinviabile, il cambiamento climatico che è sotto gli occhi di tutti e colpisce soprattutto i più deboli, come vediamo quotidianamente. Per questo, per proseguire nella direzione tracciata dalla normativa europea e nazionale, coerentemente con gli impegni assunti con il Patto per il Lavoro e per il Clima, vogliamo dotare l’Emilia-Romagna di uno strumento importante, innovativo, che ponga cittadini, imprese, enti locali al centro della transizione energetica”, dice Vincenzo Colla, Vicepresidente e Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Emilia-Romagna.
“Saranno loro, con il nostro aiuto, i protagonisti di un cambiamento senza precedenti, con la possibilità concreta di autoprodurre energia pulita, volta all’autoconsumo”.
Così la Regione Emilia-Romagna punta sulle comunità energetiche
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