Dal Payback una pugnalata alle spalle dell’innovazione biomedicale
Un provvedimento ingiusto, assurdo, illegittimo e irrazionale costringe le aziende a ripianare il 50 per cento dei deficit sanitari regionali
In Italia un settore industriale strategico per la qualità delle cure ospedaliere, per la ricerca scientifica e per l’innovazione, come è sicuramente quello dei dispositivi medici, viene pesantemente colpito da un provvedimento legislativo ingiusto, assurdo, illegittimo ed irrazionale.
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Che cos’è il Payback e qual è il meccanismo “a orologeria” di restituzione delle spese
Il Payback è un meccanismo che vorrebbe contemperare gli interessi pubblici e privati a fronte della scarsità di risorse.
In realtà, è uno strumento che rimodula i tetti della spesa sanitaria, ex post, a causa di un sistematico sottofinanziamento della stessa.
Più precisamente, con il Payback il legislatore ha inteso fronteggiare l’aumento della spesa pubblica sanitaria delle Regioni che superano i tetti preventivati di anno in anno.
Così facendo ha colpito pesantemente le imprese che nell’annualità di riferimento hanno commercializzato i dispositivi medici, imponendo loro, a distanza di anni, di ripianare parte del deficit dovuto al superamento del tetto di spesa stabilito da parte delle Regioni.
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Una sorta di “revocatoria fallimentare”, ma con conseguenze a carico dei soli fornitori
La prima stranezza è che si tratta di un meccanismo previsto sin dal 2011, “aggiornato” nel 2015, ma rimasto inattuato fino al 6 luglio 2022 quando il Ministero della Salute, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), ha certificato gli sforamenti, Regione per Regione, per le annualità 2015, 2016, 2017, 2018.
Lo hanno fatto imponendo alle Regioni di farsi restituire immediatamente, dalle aziende private, fino al 50 per cento delle spese sostenute in eccesso al tetto previsto.
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Oltre 2 miliardi e 100 milioni di euro di vero e proprio esproprio a carico delle imprese
Gli assessorati regionali alla sanità hanno pertanto recapitato alle aziende biomedicali, a fine 2022, richieste di “restituzione” relative a forniture di molti anni prima: il tutto per un valore complessivo stimato di almeno due miliardi e cento milioni di euro, i cui prezzi furono definiti in base a regolari gare d’appalto.
Un esproprio forzato la cui prima conseguenza sarà probabilmente il blocco degli investimenti, in particolare di quelli destinati all’innovazione, da parte delle multinazionali leader del settore.
Facile immaginare che cosa possano pensare del nostro Paese i vertici di quei colossi economici di fronte ad una ingiustizia del genere.
Non abbiamo notizia di provvedimenti analoghi in nessun altro Paese al Mondo.
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Confindustria: “Gli effetti di questa norma iniqua si riverseranno anche sull’intero SSN”
“Il Payback non è un problema soltanto delle imprese, ma le conseguenze dovute all’applicazione di questa norma iniqua si riverseranno sull’intero Servizio Sanitario Nazionale. Dal fallimento di molte aziende e dal disinvestimento nel nostro Paese da parte delle aziende che operano su scala globale deriveranno migliaia di licenziamenti, un taglio drastico al sostegno della formazione, un ulteriore taglio agli investimenti in ricerca e sviluppo”, ha dichiarato il Presidente di Confindustria Dispositivi Medici, Massimiliano Boggetti.
“Questo fatto produrrà un effetto negativo sugli operatori sanitari che non faranno più parte del circolo virtuoso ‘ricerca-innovazione-formazione’, in cui gli investimenti industriali giocano un ruolo fondamentale”.
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Tutto il settore BioMed è costretto al contenzioso giudiziario, e con costi legali abnormi
Ovviamente i Tribunali sono inondati di ricorsi, peraltro molto costosi, ma sappiamo tutti che i tempi della giustizia non sono quelli dell’economia, ed il Payback avrà conseguenze irrecuperabili.
Non è soltanto una “questione di soldi”, ma molto di più.
Qui si tratta della salute delle persone perché, distruggendo il settore biomedicale, si compromette il funzionamento stesso degli ospedali pubblici.
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Una strada spianata per la sanità privata, che ringrazia in attesa delle sentenze di domani
Quando arriveranno le sentenze definitive, che a parere di molti non potranno fare altro che sancire l’illegittimità del Payback, saranno passati diversi anni e il settore sarà già stato definitivamente distrutto.
Avremo perso, in un solo colpo, moltissime aziende di eccellenza, la qualità di tanti ospedali pubblici, e tanti anni di ricerca, sviluppo ed innovazione.
Ospedali e cliniche private ringraziano.
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